Riteniamo che non sia sufficiente salvare le persone in mare: anche le decisioni politiche sulla terraferma salvano le persone dall’annegamento. Oltre al salvataggio in mare, informiamo l’opinione pubblica sulle conseguenze disumane delle politiche migratorie europee. Difendiamo i diritti delle persone costrette a fuggire attraverso il mare e chiediamo un cambiamento politico.
Attuare il diritto applicabile
Gli Stati membri dell’UE devono garantire il rispetto e l’applicazione del diritto internazionale nel Mar Mediterraneo centrale. Gli obblighi previsti dal diritto internazionale non devono essere consapevolmente elusi. Ciò include, tra l’altro, l’obbligo di soccorso in mare, il coordinamento statale delle operazioni di ricerca e soccorso e lo sbarco più rapido possibile dei sopravvissuti in un luogo di sicurezza vicino.
Istituire un programma europeo di ricerca e salvataggio
Gli Stati membri dell’UE devono finalmente istituire un programma di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, organizzato e finanziato dall’Europa e coordinato dagli Stati. Il programma di ricerca e salvataggio dell’UE deve essere orientato esclusivamente all’obiettivo di salvare vite umane e quindi non deve essere militare.
Nessuna cooperazione con Paesi terzi per prevenire la migrazione
Secondo il diritto internazionale, né la Libia né la Tunisia possono essere classificate come luoghi sicuri per le persone soccorse in mare. Cooperando con Paesi terzi non sicuri nella ricerca e nel soccorso, l’UE si rende complice di violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani in mare, così come in Libia e Tunisia.
Qualsiasi cooperazione con Paesi terzi come la Libia e la Tunisia, volta a scoraggiare gli individui in cerca di protezione e di conseguenza a violare i diritti umani, deve essere interrotta. L’UE e i suoi Stati membri devono cessare immediatamente l’addestramento, l’equipaggiamento e il finanziamento della cosiddetta Guardia costiera libica e della Guardia costiera tunisina.
Sostenere la ricerca e il soccorso civile invece di ostacolarla
I cittadini europei hanno avviato operazioni di ricerca e soccorso civili a causa dell’assenza di uno sforzo di ricerca e soccorso europeo unificato da parte degli Stati membri dell’UE nel Mediterraneo centrale. Tuttavia, il lavoro di salvataggio delle organizzazioni umanitarie è ostacolato dagli Stati membri dell’UE, in particolare da Italia e Malta. Questi ostacoli derivano da un’inadeguata condivisione delle informazioni, da vincoli legislativi nazionali, dalla criminalizzazione delle ONG e dei membri dell’equipaggio, da vessazioni amministrative e da sanzioni ingiustificate come le multe imposte alle ONG e il fermo delle navi di soccorso.
L’UE e i suoi Stati membri devono opporsi inequivocabilmente a queste misure ostruzionistiche e garantire un ambiente in cui la ricerca e il soccorso civile possano essere condotti nel Mediterraneo senza incontrare alcuna restrizione.